Puf! Nasce la magia di Pamela Rinaldi

Puf. Nasce la magia di Pamela Rinaldi. Sì, magia.

Infatti, per una come me che ha serie difficoltà a fare con la plastilina perfino i cestini ripieni di arance, guardare le creazioni in Das di Pamela Rinaldi è come quando, da piccoli, saltavamo nelle pozzanghere, bagnandoci scarpe e tute nuove (mia madre non mi ha mai sgridato: la fortuna di essere figlia di una maestra d’Infanzia!). E una valanga di risate con gli altri terribili amichetti (non so se poi, a casa, loro le prendevano!).

La sensazione di “wow” è continua: osservo le miniature in pasta sintetica che Pamela crea da anni nel suo piccolo laboratorio-studio a Cittadella del Capo, cittadina che costeggia il Tirreno cosentino, dove abitiamo entrambe. Le statuine personalizzate sono diventate, da tempo e con il passaparola anche sui social, una sua cifra stilistica. La sua impronta dell’home-made che modella la semplicità e l’energia della creazione, la disponibilità e una dose di riservatezza che, da sempre, plasmano questa artigiana calabrese.

Pamela nel suo laboratorio

*Puf! Nasce la magia di Pamela Rinaldi

Dal nord fino alle Isole la contattano, le inviano foto di volti raggianti, di famigliole, di coppie di futuri sposi/e, di animali: è una forma di amore che travalica ogni cosa. È il tentativo di “toccare con mano” quelle statuine, ognuna originale e unica nel suo genere, come a risentirne le emozioni, le carezze, la gioia.

Come è iniziato tutto

«Ogni storia è il pezzo di un momento. Quando è iniziato tutto? Non lo so con esattezza. Ricordo, comunque, che modellavo sin da piccola la plastilina. Poi col tempo ho cominciato a usare il Das per dei manufatti fino a passare alle statuine personalizzate, bomboniere realizzate interamente a mano per ogni avvenimento importante. Persino per i divorzi». Un hobby che si è, quindi, trasformato in un lavoro che punta all’originalità e all’unicità del prodotto.

In Italia, da ricerche effettuate da questa artigiana, non ci sarebbe nessun altro che crea miniature personalizzate col Das. «Dopo le prime richieste di amici, ne sono arrivate altre. Si è, dunque, allargato il cerchio. Ho pensato fosse un’opportunità da prendere al volo, anche perché mi diverto tanto a modellare». Pamela ha un tono di voce così sottile, pacato, rilassante che sembra di stare in una dimensione parallela. Sarà che siamo sedute su una panchina di Cittadella che dà direttamente sul mare. Il sole ci riscalda. Il rumore delle onde è certezza. Ne sentite la brezza?

Ritratto di famiglia

*Ritratto di famiglia (Puf)

A te non costa nulla. Per me è una fonte di soddisfazione enorme.

Richieste da tutta Italia

Le sue creazioni sono come magia: da qui “Puf”, il nome che ha, infatti, dato al suo piccolo laboratorio e alla sua pagina sui social. Qui, dunque, le inviano foto per farne delle statuine alte dai 15 ai 20 centimetri. Tuttavia, molte di queste facce lei non le conosce se non negli scatti che le mandano per poi modellarle con il Das.

Sapete, non è un lavoro semplice. Infatti, c’è uno studio dietro: bisogna osservare le espressioni, i particolari del viso e del corpo, il contesto. Come importante è leggere bene le descrizioni che accompagnano queste foto, dalle quali, quasi sempre, emerge un fiume di amore e di riconoscenza, come di quel figlio che ha commissionato una statuina per il compleanno del padre che adora la pesca; o di quella coppia di donne convolate a nozze che volevano rendere speciale il loro anniversario.

Un anniversario da ricordare

*Un anniversario da ricordare

Come nascono i risultati eccellenti

Ma se fosse solo una riproduzione meccanica non ci sarebbe “Puf”, ovvero la magia di Pamela: non si tratta semplicemente di uno studio, di simmetrie, di lineamenti ed espressioni poi da plasmare. Senza l’ispirazione, senza quei tempi improvvisi in cui questa calabrese, timida e determinata, se ne sta per ore nel suo piccolo laboratorio a lavorare rapita dall’arte, le statuine non avrebbero, infatti, una loro anima.

La conoscenza del materiale che usa è, inoltre, importante per ottenere risultati eccellenti. «Quando finisco di lavorare la materia grezza, metto tutto ad asciugare. I pezzi non devono stare al sole. Bisogna rispettarne i tempi per l’essiccazione. Dopo aver limato le imperfezioni, inizio a dipingere con colori acrilici. In tutte le fasi, c’è dunque una forma di attenzione reciproca, come se la materia rispondesse alla gentilezza», racconta Pamela.

Con l'amico di sempre

*Con l’amico di sempre

Una galleria di volti

La galleria di volti che ha prima conosciuto e poi riprodotto si amplia continuamente, con miniature alte circa 20 centimetri (dipende anche dalle richieste) che coprono tutta Italia (Pamela è artigiana Opi, acronimo di “Opere del proprio ingegno”). Tra questi anche quelli di amici e parenti, forse per lei pezzi ancor più difficili da creare.

Certo, ineguagliabile è l’emozione che ha provato quando, insieme al fratello Carmine, hanno dato vita a un presepe con tutti i componenti della loro famiglia, lato paterno. Pamela si è occupata delle statuine, Carmine ha riprodotto le case originali di Cittadella, Roma e Besano, in provincia di Varese; ossia, tutti i luoghi in cui vivono i fratelli del padre, collocandoli, però, in un’unica piazza. È la famiglia Rinaldi che resta unita, anche se lontano: messaggio semplice, diretto, essenziale. «Era un’occasione importante e abbiamo pensato di fare questa sorpresa a chi ci sta a cuore», ricorda Pamela.

Presepe a IV Novembre: dettaglio

*Come in un presepe

Il mare

Siamo ancora sulla panchina. Ogni tanto guardiamo il mare, che accomuna i nostri approdi. «Ho vissuto per tanto tempo al nord. Poi, le vicissitudini della vita mi hanno fatto ritornare qui, in Calabria. Non so se considerare le miniature personalizzate, le bomboniere, un lavoro. Non si riesce a vivere solo di questo, è innegabile. E di precariato ne sappiamo abbastanza. Ma voglio pensare che questo dono sia l’inizio o la continuazione di qualcosa di importante per me e per quanti mi contattano, perché nella vita si deve vivere anche di magia». Sorridiamo, pensando al pizzico di “abracadabra” in ogni nostro viaggiare e all’arte d’inventarsi sempre un mondo incantato.

*Foto concesse da Pamela Rinaldi

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