Marcostefano Gallo: il sound della scrittura

Lo scrittore-musicista Marcostefano Gallo
Il sound della scrittura riecheggia in ogni cellula di Marcostefano Gallo. Fino a creare, pertanto, un’armonia tutta particolare con le note della band Noir Col: con i suoi testi, composti e messi in musica da Alessandro Gallo (il fratello).
In un’unica persona convivono, quindi, la passione per la scrittura e per la musica, e non solo. Come a dire, infatti, che l’arte e la sua bellezza possono aprirsi a mondi nuovi, a trovare terreni sempre fertili, fino a germogliare.
La tisana con Marcostefano Gallo e il sound della scrittura
La conferma arriva da questa intervista con Marcostefano, scrittore di Mongrassano (Cs) che, con la sua ultima fatica “Lo strano caso del Rêverie” (Scatole Parlanti), sta, infatti, conquistando una fetta importante di lettori.
Questa attinenza tra scrittura e musica sembra, pertanto, essere la cifra che caratterizza diversi autori (ne avevamo parlato anche con Martino Ciano).
In quarantena forzata
In questa quarantena forzata da Coronavirus io e Marcostefano abbiamo, però, trovato il tempo di sentirci per bere assieme, virtualmente, una tisana. Una pausa, quindi, per staccare da tutto, con il mare da sottofondo e il dolce dormire di Giuseppe, il cucciolo di Marcostefano. A far comprendere, quindi, che la bellezza, in questo incubo, c’è.
Prima domanda seria: che tisana ti preparo?
Ai frutti di bosco.
Leggo perché…
Ricordi il primo libro letto e le emozioni in dono?
Il primo libro letto è stato “Il piccolo principe” che, infatti, è diventato uno dei miei punti di riferimento letterari da adulto. Oggi lo colleziono in tutte le lingue disponibili. Un romanzo che insegna tanto, ma diluendo questi insegnamenti nel tempo, come una clessidra.
Autori preferiti?
Ildefonso Falcones, Andrea Vitali. Autori che, infatti, a loro modo descrivono delle realtà locali con le loro peculiarità.
Che mondi esplori con la lettura?
La lettura è fondamentale, soprattutto per chi scrive: permette, infatti, un confronto con stili e storie diverse da quelle che racconti tu. Poi, è una porta aperta nel mondo dei sogni, colora le giornate come niente può fare.
Inoltre, leggere è fondamentale per mantenere vive le conoscenze della lingua. Quando comincio ad avere dubbi su come si scrive una parola, dunque, vuol dire che non sto leggendo abbastanza.
Scrivo perché…
Quali universi inventi-tratteggi-descrivi con la scrittura?
Cerco d’indagare sempre nei meandri nascosti dell’animo umano, nelle piccole sfumature che rivelano, comunque, i demoni che sono dentro di noi.
Mi affascina, quindi, il pensiero che in ogni persona ci sia un lato nascosto che ha a che fare con l’inconscio, o, più semplicemente, con i conti che non abbiamo chiuso in passato.
Ogni persona, infatti, è molto più complessa di quel che sembra, l’ombra dentro una luce è ciò che mi colpisce.
Il sound della scrittura in Marcostefano Gallo
Sei uno scrittore-musicista: se dovessi descrivere con una canzone le emozioni dell’arte, quale sarebbe?
True Colors, di Phil Collins. L’arte è la perfezione che cade sulle nostre vite mai a posto, è la domanda che non ti aspetti, che ti fa pensare a quello che sei e che hai intorno.
Raccontaci del tuo paese: Mongrassano. Curiosità, bellezze, un modo di dire che usi più degli altri?
Mongrassano è un paese molto particolare: diviso in quattro parti ben distinte, ognuna diversa dalle altre, per una ricchezza di cultura che, infatti, va da quella albanese a quella brutia. I modi di dire calabresi spesso sono tutti molto coloriti, ne scelgo uno da “fascia protetta”: U troppo è cumu u poco (tradotto: il troppo avere è come il non aver nulla).
C’è un posto che ti ispira più degli altri?
Di Mongrassano quel che mi ispira è la montagna che sovrasta il centro storico. Tuttavia, irrimediabilmente trasfigurata ora da un parco eolico.
La Calabria, tra ricchezza e contraddizioni
Quanta Calabria c’è nei tuoi romanzi?
Alcuni miei romanzi sono ambientati in Calabria, in particolar modo “La fragilità dei Palindromi”, che ha come scenario Mongrassano. Racconto la ricchezza e le contraddizioni della mia terra. Il perfetto equilibrio che c’è, dunque, tra modernità e tradizione, tra tecnologia e magia.
Molto spesso, però, si scrive di Calabria soltanto nei romanzi inerenti alle vicende di ‘ndrangheta. A me, invece, piace raccontare la quotidianità della gente comune che, quindi, vive la nostra terra, in bilico tra sogno e realtà.
Nell’ultimo romanzo, c’è un messaggio universale…
Sì. In un mondo dove il razzismo sembra diventata una tassa da pagare, ho voluto, infatti, lanciare un messaggio che invita all’uguaglianza e alla solidarietà tra le diversità. Ma ho voluto farlo partendo dai ragazzi, che sono il seme che abbiamo piantato per il nostro futuro.
“L’altro” è ricchezza per sopravvivere: quanto conta la diversità?
La diversità è una grande risorsa, fondamentale. Guardiamo quel che siamo oggi: parliamo, infatti, una lingua che deriva dal latino e dal greco, usiamo numeri arabi, ci connettiamo con il resto del mondo grazie a coreani, cinesi e statunitensi.
Mangiamo piatti che hanno derivazioni così disparate da non crederci. Serve altro?
Salutaci con una frase di uno dei tuoi libri che ti caratterizza:
“La vita ci ha salvato la vita” (Circo Dovrosky – Ferrari Editore).
Biografia
L’esordio letterario di Marcostefano Gallo è nel 2007 con “L’arte di uccidere”, a cui hanno fatto seguito “Le parole del vento”, “L’infinito per me” (2008), “La vendetta ha il mio stesso nome” (2009). Con Ferrari Editore ha pubblicato il fortunato romanzo “Circo Dovrosky” (2016) e “La fragilità dei Palindromi”.
Il suo ultimo romanzo è “Lo strano caso del Rêverie” (2020, Scatole Parlanti).
Pubblicazioni discografiche:
“Virare verso sud” Piramex (2010), “Amore in corsivo” Piramex (2011), “La teoria del primo passo – Volume 1” Bix music” (2019) – “Volume 2” (2020).