Enzo e Masum: il rifugio del cuore
L’amicizia tra Enzo Infantino e il piccolo siriano Masum
Enzo e Masum: il rifugio del cuore. Ti racconto una bella storia, l’amicizia tra Enzo Infantino e il piccolo siriano Masum.
«Nell’inferno del campo profughi Masum vagava, come tanti bambini alla ricerca di un gioco, di un abbraccio e di un sorriso. Io ero lì per provare a dare una mano a quell’enorme sofferenza umana. Non potevo immaginare che l’incontro con Masum potesse provocare una carezza alla mia anima inquieta e determinare una svolta nel mio impegno umanitario. Il suo sorriso contagioso e quella voce rauca aveva attratto la mia attenzione come di quella dei miei compagni di viaggio. Per lui come per altri sono andato molte volte nei campi profughi in Grecia».
Questa è la storia di un’amicizia, particolare e al contempo normale, nata in un lembo di inferno in terra, capace di trasformare la rabbia e la sofferenza in carezze, abbracci e speranze. Questa è la storia di Enzo Infantino e Masum, di un adulto e un bambino, quasi di un padre e di un figlio.
Di Enzo e Masum, il rifugio del cuore.

Enzo e Masum: il rifugio del cuore (Ph Pietro Politi)
Volontariato calabrese
Enzo, dipendente pubblico, è volontario in missioni umanitarie all’estero. È di Palmi (Reggio Calabria).
Sapete, non sono mai stata in questa cittadina della Piana, ma dai suoi racconti sembra di sentirne il profumo delle zagare tra terrazzamenti, grotte e un mare cristallino.
Come lui, molti i volontari calabresi, anche giovanissimi, che si occupano di diritti umani, che trascorrono mesi nei campi profughi, a tendere una mano, con rispetto e sensibilità. Un pezzo di questa nostra terra la si ritrova negli abbracci tra baracche, piedi scalzi, terra brulla e vite sospese.
Enzo, da vent’anni, fa parte di questo universo solidale: è stato in Libano, Siria, Cisgiordania e Striscia di Gaza. Dal 2015, dopo la chiusura della rotta dei Balcani, è andato in Grecia in soccorso dei rifugiati fuggiti dal conflitto siriano. Sapeva che bisognava mettere in circolo l’amore, quello che andava solo sollecitato, per poter creare una rete solidale tra Calabria e Grecia.
E ci è riuscito, facendo da supporto e da intermediario con le istituzioni e le singole persone. Senza mai scoraggiarsi, perché quando lo sguardo è rivolto verso gli altri sai capirne le brutture ma intuirne anche le bellezze. Enzo è così.
Idomeni cambia la vita
A Idomeni la sua vita è cambiata, con l’incontro del piccolo siriano Masum: occhioni neri, gracile, con un maglioncino a righe a collo alto. Da quel giorno non si sono mai più persi di vista. E il sorriso di Enzo parte dall’anima fino al volto quando si parla di questo combattente, tanto da volare da lui per il compleanno. Non ci sono distanze, confini tra loro: vederli insieme ti stropiccia il cuore fino ad aumentarne i battiti per la gioia. (ottenove)

Enzo e i volontari in un campo profughi
A te non costa nulla. Per me è una fonte di soddisfazione enorme.
Il libro “Kajin e la tenda sotto la luna”
In un passo del libro “Kajin e la tenda sotto la luna”, scritto a quattro mani con Tania Paolino (Pellegrini Editore), Enzo parla del coraggio di Masum e di migliaia di profughi, incontrati nei suoi viaggi, anche a Idomeni.
«La motivazione che mi ha spinto a continuare a impegnarmi non è solo quella dei legami che si erano creati ma, soprattutto, dell’ingiustizia che avvertivo e avverto dentro di me nel vedere miei simili costretti a vivere in condizioni disumane. È in quelle situazioni estreme che si possono trovare alcune risposte rispetto, ad esempio, al nostro stile di vita. Ecco la bellezza, se possiamo definirla così, l’ho trovata negli occhi sorridenti, nonostante tutto, e nella determinazione a non perdere la speranza in chi aveva superato prove difficili alla ricerca di un’esistenza migliore».
E continua: «Di Masum conservo sempre i momenti dei nostri incontri. Lui che mi corre incontro per lungo abbraccio. Penso che essere riusciti in qualche modo a far vedere un altro aspetto dell’umanità, dopo gli orrori della guerra e l’infame condizione dei campi, sia stato molto importante. Masum come tanti altri bambini, credo, ricorderanno per sempre i volontari che hanno regalato loro il sorriso».

Tra sorrisi e palloncini
Com’era e com’è cambiata la vita di Masum?
La storia di Masum è costellata di coraggio e riconciliazione. Ma com’era e com’è cambiata la vita di questo bambino dovuto crescere troppo in fretta?
«È molto intelligente con una straordinaria capacità di relazionarsi grazie alla facilità con cui apprende le lingue. Costretto quando aveva cinque anni a fuggire dalla guerra non è mai potuto andare a scuola. Eppure ha imparato a parlare inglese e greco. Così ha potuto aiutare la mamma e le sue sorelline. Esattamente un anno fa, dopo cinque trascorsi nei campi profughi, è riuscito a riabbracciare il papà che vive in Germania.
Per me è stata una grande e indimenticabile emozione vivere con lui, con la sua mamma e le sue sorelline, quel momento. Sono stato io ad accompagnarli con un volo da Atene fino a Francoforte. La loro vita è molto cambiata. Stare uniti e in sicurezza sotto lo stesso tetto dopo tanti anni è stato molto importante per l’equilibrio e la serenità dei bambini. Lui è andato subito a scuola: sono impressionanti i progressi che ha fatto. Dopo un anno parla anche il tedesco ed è il primo della classe», racconta entusiasta.
Far germogliare la speranza
Gli chiedo se tanti “Masum” possono far germogliare la speranza. Enzo non esita: «Sì, certamente. C’era una scritta nel grande tabellone della stazione di Idomeni, occupata dai migranti: Hope (speranza in inglese), per ricordare a tutti che bisognava continuare a lottare nonostante quell’inferno. La speranza è stata alimentata dai tanti bambini che ogni giorno con un fiore in mano si recavano al confine con la Macedonia e lo gettavano dall’altra parte del filo spinato come per ricordare all’Europa che aveva eretto dei muri che non si arrendevano alla ottusità e alla chiusura dei governanti. Nel campo c’erano tanti Masum: in fondo sono stati loro i veri protagonisti di quella lotta».

Il cerchio di “calore”
*Foto concesse da Enzo Infantino (ph Politi)
“Kajin e la tenda sotto la luna. Storie di rifugiati siriani in territorio greco”, Infantino, Paolino (Pellegrini Editore): il ricavato sarà devoluto a progetti di ricostruzione postbellica in Siria
Ci vorrebbero cento mila persone come lui, aperte e solidali. Pronte a dare speranza soprattutto alle future generazioni. Pezzo straordinario
Il mondo ha bisogno di più persone come Enzo. Di cuore grazie per questa storia bellissima.
Verissimo.
Grazie,
#ottenove
🙂
Un uomo che ha tanta soliderietà che esprime tanta speranza!
Ciao Tecla.
Solidarietà e speranza… che bel connubio per la nostra terra.
Abbracci,
Alessia