Luna e infinito: il mondo fatato della pittrice Barbara Cardamone

Barbara Cardamone pittrice della luna

Siamo portati a seguire le tappe della vita, percorsi che ci accompagnano da quando eravamo piccoli, con sogni che speriamo diventino realtà. Ma non sempre facciamo i conti con le sorprese, quelle che trasformano il nostro piano e ci inducono a riflettere.

Seguo la strada o inverto la rotta?

È la domanda che più di 22 anni fa si è posta Barbara Cardamone, cosentina, quando ha capito che l’arte stava cercando di emergere e trasformare la sua vita. Di esitazione non ne ha avuto: così, sebbene i suoi percorsi fossero del tutto differenti rispetto a quelli artistici, si è trovata con un dono, come lei stessa lo definisce, e ha iniziato a condividerlo.

I suoi dipinti sono l’espressione di una speranza verso l’infinito, in cui la luna è sempre la protagonista. E immergersi in questi scorci dell’anima è una sorpresa continua. Vieni con me!

Barbara Cardamone: perché mi chiamano pittrice della luna

quadro con fasi lunari

“C’era sempre qualcosa che mancava nella mia vita. Quando è venuta fuori questa dote non l’ho più lasciata. Mi sono trovata con i pennelli e ho iniziato a dipingere. Creo di notte: è un’altra magia, un’altra atmosfera. La luna sembra illuminare i mie passi, è una sorta di guida. Dipingo ciò che sento, non quel che vedo. È qualcosa che emerge dal profondo”, racconta Barbara con voce armoniosa. I suoi sembrano paesaggi, ma vanno ben oltre: sono luoghi dell’anima che rimandano all’inconscio, in cui la luna è sempre presente con la sua magia.

“Sono affascinata dal cielo notturno. Nelle tele e nei gioielli che realizzo ci sono delle metafore, in un rimando che affido all’osservatore. C’è ad esempio la vela all’orizzonte che è una direzione, uno sguardo verso l’infinito; una donna voltata di spalle che ammira quella linea lontana. Ecco perché non uso colori realistici, bensì freddi e lunari. Una scelta che vuole rafforzare il concetto del sogno, di paesaggi onirici, evanescenti”.

Le tele e le miniature sui bijoux: la declinazione dell’arte

mano con bijoux dipinto

Da 22 anni, la notte Barbara prende colori e pennelli e inizia a dipingere su tele, sulla terracotta, su ogni superficie. In questi anni ha sperimentato, ideando quadri tridimensionali che hanno preso la forma di libri, di tendine e altro; le sfere 3D e i gioielli sospesi.

“Ho avuto qualche indicazione basilare nel 2000 dal maestro d’arte Lucio Barci, ma non mi ha voluto condizionare. E lo ringrazio perché mi ha lasciata libera di esprimere ciò che voglio e creare uno stile tutto mio. Io sono la mia pittura”, dice Barbara, mentre si sta prendendo una pausa tra un dipinto e un altro.

I suoi quadri sono stati esposti in tante mostre in Calabria e in Italia. “Qualcuno è andato anche all’estero”, mi racconta con voce sottile. Un suo dipinto è stato selezionato e poi esposto, nel 2019, alla Biennale di Venezia. Mentre d’estate, da tempo ormai, le sue opere d’arte si possono ammirare a Camigliatello Silano.

Da qualche anno, ha ideato una nuova linea di gioielli sospesi e ha iniziato a dipingere sulle basi delle superfici dei bijoux. Sono spazi così ridotti, da circa 2 centimetri e anche meno, che richiedono attenzione e precisione incredibili. “Lavoro senza lente d’ingrandimento, con pennelli di una sola setola. Ci vuole la mano ferma per queste miniature. Ma sono felice perché le persone le apprezzano così come le mie tele”.

Bracciali, gioielli sospesi e sfere con effetto 3D

parure gioielli di Barbara Cardamone

Da mezzanotte alle sette del mattino, Barbara se ne sta nel suo laboratorio. Si gode le sensazioni della notte e crea, tanto da dire che le ore passano troppo in fretta. “Non mi accorgo neanche che sta spuntando il sole”, confida. Non segue un programma, ma l’ispirazione guida le sue scelte. Così, in quella stanza ci sono tante tele che tra poco esporrà nella sua Sila e le miniature che sfoggiano la luna su bracciali e collane fatte a mano.

“Uso acciaio inox. I pendenti sono costituiti anche da pietre, come l’agata, su cui riverso i miei sogni. Mi piace vedere oltre, per questo in tutte le mie creazioni lascio sempre qualcosa in sospeso, irrisolto, in modo che ognuno possa far proprio il dipinto. È una pittura concettuale che rimanda alla riflessione. Una forma d’arte che supera i canoni e vuole offrire pensieri e idee”.

Intanto, spedisce le sue opere d’arte in lungo e in largo dell’Italia. Ma poco le importa della notorietà: non per una forma di snobismo ma per un modo di essere. “Cerco di stare in un angolo. È come se avessi ricevuto un dono. Quindi non la vivo come se avessi un merito. È qualcosa che sento dentro e che voglio portare avanti”, per quei sogni – aggiungo io – che spingono a non fermarsi, a non arrendersi.

La immagino china su oggetti piccolissimi e delicati, come i francobolli, con pennelli da una sola setola che lei stessa si è creata. Mi chiedo come faccia, con quanta tenacia riesca a realizzare tutto, e resto sbalordita per la forza di proseguire lungo quella strada, con una valigia piena di stelle e luce lunare.

Ottenove

 

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